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Differenze fra Twitter e Facebook

Mi sono stati chiesti lumi sull’uso che faccio di Twitter e su eventuali differenze e somiglianze con Facebook. La conversazione è avvenuta qui su Noblogs, in una delle prime esperienze dirette di attività social consentite dalla nuova piattaforma di blogging basata su WordPress e Buddypress. Riporto e riunisco qui sotto le mie risposte.

Non uso direttamente Facebook anche se cerco di tenermi informato a riguardo. Uso Twitter da circa 3 anni, per un argomento specifico. Seguo circa 200 persone nella mia timeline principale e altre 500 nelle varie liste secondarie, e sono seguito da circa 800 utenti attivi. Quotidianamente ho tra 5 e 20 brevi conversazioni con altri utenti. Tutto questo avviene in inglese con utenti in gran parte statunitensi.

Per registrarsi a Twitter basta un indirizzo email, e non serve fornire dati veritieri o usare il proprio vero nome come richiede Facebook. Tutto quello che scrivo su Twitter nasce per essere completamente pubblico e non ha pretese di riservatezza. Da queste due premesse consegue che su Twitter non ci sono i medesimi problemi di privacy che si trovano su Facebook – almeno non di privacy in senso stretto, direi.

Sia per Facebook che per Twitter non è del tutto chiaro il modo in cui fanno e faranno soldi. In ogni caso usano degli approcci diversi. Facebook tende a monetizzare i tuoi gusti scoprendoli dalle tue relazioni con i tuoi amici, per cui può accadere che un inserzionista tragga vantaggio e ti proponga pubblicità più efficaci grazie a qualcosa che tu ritenevi essere intimo e/o privato. Twitter per ora sembra voler fare soldi soprattutto grazie ad accordi con altre aziende che lavorano nel suo ecosistema – e in ogni caso come detto prima su Twitter in gran parte non esiste una dimensione privata.

Hanno la stessa efficacia? No. Premetto che non lo uso direttamente, ma so che Facebook consente in modo relativamente facile e veloce di farsi un sacco di contatti che corrispondono a conoscenze reali. È intuitivo comprendere che un messaggio proveniente da qualcuno che conosciamo o conoscevamo in passato cattura particolarmente la nostra attenzione.

Su Twitter costruire una rete di contatti può essere più lungo e faticoso, specie se si vuole che da questi contatti possano poi emergere delle informazioni o delle conversazioni rilevanti. Esempio: su Twitter è semplice ”iscriversi” agli altri fan della propria band favorita, ma non è altrettanto semplice dividere i fan che scrivono 2 messaggi interessanti al giorno da quelli che ne scrivono 50 irrilevanti. Ci sono comunque delle strategie per facilitare questa fase.

Per finire e per tornare a Noblogs, c’è anche la possibilità di usare Twitter in modo prevalentemente passivo: ovvero senza intavolare conversazioni con gli altri utenti. Questo può servire per diffondere quello che facciamo (è il caso di http://twitter.com/noblogs) o viceversa per seguire quello che fanno gli altri (è il caso di chi ”segue” http://twitter.com/noblogs: non ci dialoga, ma viene costantemente aggiornato sui post più recenti).

Posted in consigli, media.


One Response

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  1. debs says

    Grazie!gentilissimo!!!!!
    =D